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L’editoriale di Novembre

Il Muro
La crisi economica cominciata nel 2008 e tuttora in corso ci costringe a discutere del divario tra un modello basato su presupposti di crescita illimitata e una realtà caratterizzata da limiti ecologici, sociali, politici ed economici. Thomas Friedman, che fino a poco tempo fa era un fautore della globalizzazione e dell’ideologia della crescita illimitata, ha scritto: ”Proviamo, oggi, a uscire dai consueti confini nell’analisi della nostra crisi economica e poniamoci una domanda radicale: e se la crisi del 2008 rappresentasse qualcosa di ben più profondo di una grande recessione?

Questa crisi ci dice che l’intero modello di sviluppo da noi creato negli ultimi cinquanta anni è semplicemente insostenibile sul piano economico ed ecologico, e il 2008 è stato il momento in cui siamo finiti contro il muro, quando Madre Natura e il mercato hanno entrambi detto ‘basta’” (The Inflection is Near, “The New York Times”, 8 Marzo 2009).

Quando sentiamo la parola sviluppo o crescita in bocca a politici, economisti, più o meno tecnici, dobbiamo capire che, se in buona fede, non sanno quello che dicono, oppure, cercano di ingannarci con false speranze o peggio, cercano di renderci complici della guerra, in atto contro la natura, contro la Terra.

Perché lo fanno? La maggioranza di loro non sanno che altro dire e fare, più di 500 anni di modernità basata sull’ interpretazione monetaria della realtà pesa sulle sinapsi delle loro cellule cerebrali più di un macigno. Da loro non può venire nessuna soluzione, nessun cambiamento di rotta, nessuna speranza di pace.

La guerra in atto contro la terra di questi colonnelli della crescita senza limiti è l’unica cosa che sanno fare e continueranno, fino alla morte loro e delle popolazioni che della Terra fanno parte. Chi parteggia per la terra non può essere in guerra con essa, quindi non può usare violenza, supertrappola dei famosi “fabbricanti di cannoni” oggi multinazionali finanziarie.

Liberare il cervello diventa prioritario perché, poco o tanto, ognuno di noi viene avvelenato dai cosìddetti, messaggi promozionali, consigli per gli acquisti o pubblicità, che intasano la memoria ed elidono continuamente la nostra capacità critica, l’organizzazione del pensiero, la nostra cultura, impedendoci di agire secondo fratellanza, legalità e libertà (economia, giustizia e cultura).

La barriera, che fortunatamente sempre più persone cominciano a percepire, ha poco a che fare con i vecchi muri fatti per separare o imprigionare forzatamente, forse è simile alle mitiche “Colonne d’Ercole”, andando oltre si è perduti, ma chiunque era libero di perdersi. Ognuno di noi può avere sentimenti contrastanti messo di fronte al “muro”. Per chi legge la realtà come pura materialità e avido possesso è la fine del mondo in cui ha creduto.

Per lo speculatore finanziario sarà occasione per ulteriori salti mortali per illudere e illudersi, come un killer sanguinario che mette in conto la propria morte, ma orgoglioso elenca le proprie vittime. Per chi da una vita promuove la felicità, che solo una vita sobria può dare, è un’ottima notizia, non tanto perché ci sia il muro, questo era già noto da molto, ma il fatto che molti si possano riscattare, abbandonando comportamenti e cultura di massa, per rientrare nella propria individualità.

Allora tutto l’ambaradan degli ultimi cinquant’anni non è stato inutile nonostante la sofferenza e la distruzione che ha provocato, se gli umani prendono coscienza di essere individui “soli”.

La coscienza individuale rende responsabili, consapevoli di aver bisogno dei propri simili, per i limiti connaturati nell’uomo, che nessuna quantità di denaro può azzerare, ma solo la solidarietà lenire. Allora la parola volontà prende senso, si può agire volontariamente perché la nostra mente è libera, il nostro pensare è lucido, il nostro spirito è presente.


Biolcalenda novembre 2012



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