Schiavitù

Una delle più orribili piaghe della storia dell’umanità, che sembra superata e si spera non debba più tornare, è stata la schiavitù. Nel mondo antico era considerata una condizione “normale” che alcuni uomini fossero sfruttati come animali, da altri uomini che li possedevano e potevano farne ciò che volevano.

Ora a noi sembra inaudito, che gli schiavi stessi accettassero,  quella loro condizione, senza ribellarsi, senza fuggire, certo qualche volta c’erano delle eccezioni, come un cavallo scalcia o un cane morde il padrone, ma sono dettagli, che confermano la regola. Quindi dobbiamo supporre che la loro condizione di sudditanza non fosse soltanto fisica di prigionieri; oppure mancanza di appartenenza, cioè non più riconosciuti dalla famiglia o tribù d’origine; o economica, per cui di estrema povertà; ma sostanzialmente psicologica.

L’uomo contemporaneo, soprattutto quello che vive nell’occidente opulento, con la sua spiccata individualità non può comprendere come una sconfitta in guerra, o l’assenza di legami famigliari possano centrare con l’accettazione di una condizione di schiavitù. Forse può capire meglio la condizione economica, o meglio finanziaria, perché, oggi, senza “soldi” non si è nulla, nemmeno schiavi.

Per questo nel Medioevo permaneva la schiavitù in cambio di una cifra di denaro ci si faceva schiavi, e la cosa continuò fino al 1700 e altre. La Rivoluzione francese, quella americana, quella proletaria del ‘900, volevano tutte affermare la libertà dalla schiavitù, ci sono riuscite? La prima e forse più importante rivoluzione della storia, per liberare l’umanità dalla schiavitù fu quella Cristiana, convincendo gli uomini che sono tutti uguali difronte a Dio e a un Dio Unico, perché se gli dei sono molti, anch’essi possono essere fatti schiavi da un ‘dio’ vincente.

Purtroppo sappiamo che le religioni non sono scomparse e anch’esse hanno una tendenza a “legare”, ma la “religione” che ha vinto su tutto e tutti e rende tutti, sudditi convinti, psicologicamente schiavi e il dio Denaro. Non servono catene, marchi a fuoco, divise, tutti o quasi si prostrano e si riconoscono. La libertà dalla schiavitù dal lavoro che la rivoluzione industriale aveva promesso e apparentemente mantenuto con la civiltà delle macchine, s’è rivelata effimera.

Il dio Denaro pretende che per avere la sua grazia bisogna essere consumisti, non si può essere sobri, liberi dalle cose inutili, decidere del nostro tempo e della nostra creatività. Questo mondo di schiavi leggeri, apparentemente felici di esserlo, ha delle contraddizioni insanabili: se nessuno è padrone di sè stesso, nessuno è libero, nemmeno il dio Denaro.

La schiavitù regna.


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