Ritornano ciclicamente di attualità le diete iperproteiche e a basso contenuto di carboidrati. In primavera sono assai richieste perché il loro effetto più evidente (ma, ahimè, temporaneo) è quello di favorire la perdita di peso.
Ebbene, su queste diete le perplessità sono molte. E non solo per il loro effetto temporaneo. Fa pensare questa ricerca effettuata in Scozia presso il Rowett Research Institute di Aberdeen (Applied and Environmental Microbiology, 2007, Vol.73, pg 1073-8).
Ad una ventina di maschi obesi sono state prescritte diete dimagranti con contenuti decrescenti di carboidrati e con un alto contenuto proteico. Il risultato? La perdita di peso è stata sostanzialmente uguale, indipendentemente dalla dieta adottata e dalla quantità di carboidrati assunta. Quella che è cambiata è stata invece la composizione della flora batterica intestinale.
Nell’intestino di chi aveva adottato le diete a più ridotto contenuto di carboidrati, i batteri probiotici (i Lactobacilli e i Bifidobacteri, ad esempio) erano ridotti di quattro volte.
Uno scompenso pericoloso, è l’opinione dei ricercatori scozzesi, perché i batteri probiotici producono, tra l’altro, importanti fattori benefici (butirrato e propionato) che aiutano a prevenire il cancro dell’intestino.
Secondo i ricercatori, anche adottando una dieta dimagrante è assolutamente necessario che sia garantito un adeguato apporto di carboidrati nella dieta. Che, lo ricordo, sono contenuti principalmente nei cereali integrali, nei legumi, nelle verdure e nella frutta.