Il benessere del Fegato – 2a parte

Usare il cibo come energia per rinforzare e tonificare il fegato.
Continua dall’articolo di novembre 2020 … leggi la prima parte >>

La combinazione cereali+legumi nell’arco della stessa giornata assicura una quantità sufficiente di tutti gli aminoacidi essenziali in quanto si completano a vicenda. Difatti la lisina, che nei cereali integrali è quantitativamente scarsa, abbonda invece nei legumi mentre gli aminoacidi solforati (metionina e cisteina) scarseggiano nei legumi e sono sufficienti nei cereali.

I cibi che rallentano, irritano e infiammano il fegato creando disturbi vari agli organi collegati: il cibo animale ricco di sale e grassi compatti pesanti in quanto ricchi di grassi saturi (formaggi stagionati, latticini, burro, lardo, strutto, insaccati, carne, pesce azzurro e rosso), il sapore piccante (peperoncini), l’alcool (soprattutto i liquori), le cioccolate, e le bevande gassate. Sostituire il latte con bevande vegetali (riso, avena, miglio, farro,ecc.)
Molto efficace è l’impiastro a base di foglie di cavolo: si schiacciano le foglie e si applicano sulla regione epatica (all’altezza del fegato) rinnovando l’applicazione ogni 4-5 ore.

La tisana (tè di ribes nero): un cucchiaio di foglie di ribes nero secche (o diverse foglie fresche), per tazza d’acqua in ebollizione. Lasciare in infusione per 10-12 minuti.
Questo tè è da prendere in qualsiasi momento, leggermente diuretico, rinfrescante, tonico, ricco di vitamina C, stimolante di organi come fegato, milza e reni, efficace nell’eliminare gli acidi urici.

Il lievito di birra in fiocchi: è un ricostituente generale, un integratore alimentare proteico da assumere durante i pasti o un cucchiaino sciolto in acqua appena alzati per 2 mesi.
Va usato per periodi limitati perchè il suo scopo non è quello di nutrire quanto quello di stimolare la naturale vitalità organica. La più completa fonte di vitamine del gruppo B e di acido folico (vit. B9). Agisce positivamente sulla glicemia, sui livelli dei grassi del sangue negli anziani, aiuta l’assimilazione del calcio e altre reazioni metaboliche.
Influisce positivamente sulla flora batterica intestinale. Viene limitato l’impiego nei soggetti che soffrono di gotta e insufficienza renale, mal di testa nelle persone sensibili e pressione alta per le significative quantità di istamina e tiramina. 

Tra i cereali preferire grano e orzo: va consumato orzo perlato “sbucciato” 2-3 volte a settimana in minestre o cotto insieme al riso integrale. Prugne umeboshi aggiunte in piccole quantità al cereale o nella preparazione di salse per condire le verdure.

Tra le verdure cipollotti, porri, carciofi, sedano e soprattutto foglie verdi come costine, coste, bietole colorate, spinaci, acetosella, barbe di frate, biete, cime di rape, rabarbaro, broccoli e germogli. Le Composite (carciofo, cicoria, lattuga, tarassaco) tonificano la funzione respiratoria e cardiaca, pulizia e drenaggio dei vasi sanguigni, dell’apparato digerente, del fegato e delle vie biliari. Per la cucina va praticata la scottatura rapida delle verdure.
I frutti più attivi nei meccanismi di depurazioine del fegato sono: gli alchechengi che aiutano i travasi biliari; la ciliegia che è depurativa e ha una spiccata azione decongestionante sul fegato; la fragola che è un buon disintossicante. L’antica medicina popolare consigliava di mangiare i germogli per sciogliere i calcoli alla bile; il limone, che tra le sue svariate virtù vanta anche quella disintossicante, favorisce le secrezioni epatiche.
Efficace la cura di limoni da bere a digiuno; la mela che ha proprietà disintossicanti; le noci hanno proprietà coleretiche (favoriscono la secrezione della bile) e colagoghi (favoriscono l’escrezione della bile); il pompelmo che facilita anch’esso l’espulsione della bile, è diuretico e ripulisce il fegato; la prugna, disintossicante e depurativa, essendo lassativa, aiuta a smaltire tutte le tossine;  l’uva, noto disintossicante (l’ampeloterapia), era conosciuta anche al tempo dei romani per le sue proprietà depurative.

Le erbe amare e selvatiche come il tarassaco e la cicoria. Le foglie dentellate e novelle di tarassaco sono capaci di liberare l’organismo dalle scorie accumulate, riattivare la funzione del fegato e stimolare la diuresi. La cosa migliore è mangiare il tarassaco crudo in insalata, ma anche lessato insieme ai legumi o preparando frittate e sformati. Ottima una tisana di mattina, depurativa, stimolante per il fegato 15 minuti prima dei pasti.

Tra le spezie la curcuma (protegge il fegato, depura il sangue e stimola il sistema immunitario) e il cumino tritato  gode di azione digestiva, carminativa, diaforetica e diuretica. In cucina per le insalate crude miste, salse, condimenti, omelettes e per aromatizzare.


Consumare le barbabietole rosse significa poter contrastare le malattie del fegato ed attenuare le infiammazioni che colpiscono il nostro organismo, con particolare riferimento all’apparato digerente. La barbabietola rossa cruda e grattugiata è perfetta per la preparazione di insalate ricche di vegetali crudi, come carote, cavolfiori o finocchi, da condire con semplice succo di limone (funzione antianemica) e con olio evo. Possono essere inoltre stufate e servite in abbinamento con il cavolo rosso (zuppe e minestre).

Succhi di mela (senza conservanti e zuccheri aggiunti).

I germogli da fare in casa (importantissimi per l’apporto di micronutrienti all’organismo).

Tanta acqua di sorgente, a basso residuo fisso (<25). L’acqua è alla base della vita, per cui è di fondamentale importanza riuscire ad idratarsi per bene. Infatti, l’acqua regola la temperatura corporea, favorisce la digestione e l’eliminazione degli “scarti” dall’organismo tramite l’urina e il sudore e contribuisce allo sviluppo dei muscoli visto che costituisce il 75%  della massa muscolare. L’acqua fa anche si che le articolazioni siano adeguatamente lubrificate e che naso, occhi e orecchie si mantengono umidi. Il fegato è considerato l’organo della sete.

Il rafano o barbaforte o cren, una specie di ravanello: bisogna far bollire le foglie tritate e dopo averle fatte macerare per 24 ore, va bevuto il liquido ottenuto prima dei pasti.
La radice, una volta raccolta, viene conservata e destinata a varie preparazioni tipiche, tra cui la famosa salsa cren.

Tisane di rosmarino, tarassaco, cardo mariano, fumaria, bardana e carciofo da bere dopo pranzo. Il rosmarino aumenta il flusso biliare, utile in caso di insufficienza epatica e quando il fegato è grasso (steatosico) non riuscendo più a smaltire il carico di substrati alimentari che il sangue veicola. .

Carciofi freschi, porro e patate. Bere l’acqua di cottura dei carciofi con gocce di limone (amaro, anticolesterolo, antianemico, coleretico e diuretico).

Succo d’uva rosso (un alimento energetico, mineralizzante, disintossicante e diuretico).

I brodi con miso di riso o di orzo migliorano la funzionalità intestinale e quindi accelerano la depurazione dell’organismo. Barbabietole rosse: ricche di folati, che fanno assorbire meglio il ferro, prezioso anche come antidepressivo, e di betanina, potente anticancro. Meglio mangiarle crude, alla julienne con carote, cavolfiore o finocchi con limone e olio evo. Stufate con cavolo rosso per zuppe o minestre.
Prevenire le infiammazioni assumendo molte vitamine del gruppo B: si trovano nei cereali integrali non trattati, nei frullati crudi, nei grassi sani (noci, avocado, ecc.) e nei cibi fermentati (tempeh, miso, crauti, ecc.).
Abbondare in alimenti acidi (non acidificanti), come i frutti aspri che agiranno sul fegato e ne miglioreranno le funzionalità.


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