La chimica nel piatto: antiossidanti

La maggior parte dei cibi che subiscono un trattamento industriale contengono degli additivi, sostanze estranee all’alimento naturale con lo scopo di renderlo gradevole alla vista, di nascondere difetti di produzione o di qualità, impedire fermentazioni e ossidazioni naturali, di aromatizzarlo, di dargli una consistenza densa o gelatinosa, attenuare l’acidità e così via. Sono raramente usati additivi naturali, perché più costosi e quelli che potrebbero essere ottenuti con metodo naturale sono fabbricati per sintesi chimica, così la maggior marte sono da considerarsi dannosi o sospetti. La legge impone ai fabbricanti di riportare sulla confezione la denominazione o la sigla dell’additivo. Ogni additivo ha una sigla europea che occorre conoscere.

Antiossidanti. Evitano l’irrancidimento dei grassi e l’imbrunimento superficiale di alcuni alimenti.

CODICI E SOSTANZE E NOTE
da 300 a 304 acido ascorbico e ascorbati non sono dannosi in minime dosi; ad alte dosi possono procurare diarrea, carie e calcoli renali
306 a 309 tocoferoli o vitamina E sintetica sembrano innocui. Però in Francia è vietata.
320 BHA butilidrossianisolo, molto pericoloso
321 BHT butilidrossitoluolo, molto pericoloso, usati come adittivi negli oli e nei grassi utilizzati in panetteria e pasticceria per rendere croccanti pane e biscotti. Possono demolire la vitamina D, scatenano allergie ed elevano il colesterolo. Sono vietati nei cibi per l’infanzia
322 lecitina, sembra innocua
325 a 327 lattati per i bambini sono tossici
334 a 337 acido tartarico e tartrati, sembrano innocui
330 a 333 acido citrico e citrati, dannosi in forti dosi possono causare macchie sulla pelle e disturbi renali
338 a 341 fosfati e acido ortofosforico, possono dare disturbi digestivi sottraggono calcio alle ossa

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