La maggior parte dei cibi che subiscono un trattamento industriale contengono degli additivi, sostanze estranee all’alimento naturale con lo scopo di renderlo gradevole alla vista, di nascondere difetti di produzione o di qualità , impedire fermentazioni e ossidazioni naturali, di aromatizzarlo, di dargli una consistenza densa o gelatinosa, attenuare l’acidità e così via. Sono raramente usati additivi naturali, perché più costosi e quelli che potrebbero essere ottenuti con metodo naturale sono fabbricati per sintesi chimica, così la maggior marte sono da considerarsi dannosi o sospetti. La legge impone ai fabbricanti di riportare sulla confezione la denominazione o la sigla dell’additivo. Ogni additivo ha una sigla europea che occorre conoscere.
Tensioattivi ed emulsionanti. Sostanze grasse usate per rendere friabili i prodotti da forno ed emulsionare miscugli vari in pasticceria e gelateria.
CODICI E | SOSTANZE E NOTE |
470 a 477 | gliceridi degli acidi grassi (mono e digliceridi |
477 | non viene segnalato in etichetta. Può provocare calcoli renali |
481 a 483 | non sono ben sperimentati, diffidare |
Aromatizzanti. Non hanno la sigla E e vengono indicati con il termine generico di “aromi naturali” o di “aromi artificiali”. Sugli aromi naturali, però, è la legge stessa che ci inganna, permettendo che si definiscano naturali gli aromi sintetici con formula analoga a quella dell’aroma naturale. In pratica, tutti gli aromi usati nell’industria sono artificiali, e spesso derivano dal petrolio. Più grave è l’uso dell’acido clutammico e dei clutammati, usati per esaltare gli aromi e i sapori agendo sul cervello. Si trova nei dadi da brodo, nelle conserve di carne, nelle salse; se ne fa largo uso nei ristoranti giapponesi e orientali. Da cui la nota “sindrome da ristorante cinese”: palpitazioni cardiache, mal di testa, vertigini, ecc. Alcuni paesi hanno proibito questo condimento tossico. Si è scoperto che l’alta sensibilità al glutammato può essere dovuta a una carenza di vitamina B6.