equiseto

Il decotto di equiseto

Nella prevenzione delle malattie fungine il decotto di Equiseto rappresenta uno dei rimedi più classici

Grazie al contenuto di silicio questa pianta può andare a stimolare autodifese e vitalità dei vegetali. Il presupposto necessario per garantire la funzione del decotto di Equiseto è la corretta applicazione di una buona agronomia di base, nel rispetto di suolo e pianta.

L’Equisetum arvense, o Coda cavallina, è una pianta molto particolare che viene utilizzata in agricoltura biodinamica per la prevenzione di attacchi fungini. Da non confondere con altri tipi di equiseti, l’Equisetum arvense cresce spontaneo tendenzialmente su terreni moderatamente umidi, che presentano ristagno idrico in forma lieve. Spesso confuso con Equisetum telmateja che, invece, cresce spontaneo e abbondante in presenza di forte umidità e ristagno idrico anche marcato.

Nell’ambito del vivente esistono dinamiche di equilibrio e compensazione operate da vari organismi: nelle zone che presentano un eccesso di umidità si potrebbe manifestare un’azione equilibratrice in senso opposto, in direzione di un impulso di luce/calore che bilanci un’influenza eccessiva dell’elemento umido/acqua. Nelle dinamiche della vegetazione l’impulso di luce/calore può essere fornito dagli equiseti. Ma perché gli equiseti dispongono di queste qualità?

L’Equisetum arvense porta in sé questa caratteristica perchè è ricco di silicio (acido silicico) e di sali solforici. Tra i vari equiseti risulta essere quello più ricco di silicio. Questo singolare elemento viene utilizzato anche nelle fibre ottiche e nei circuiti elettronici poiché ha un’ottima resa come trasmettitore di impulsi luminosi o simili, manifestando affinità con gli elementi luce/calore.

Mentre lo zolfo è maggiormente in relazione con l’elemento fuoco/calore e viene anch’egli impiegato per bilanciare un eccesso di impulso umido/acqua, di quell’ambiente che porta poi alla formazione dei funghi.

Ma il silicio presente nella Coda cavallina ha una caratteristica unica: è stato elaborato all’interno di un processo vivente, trovandosi inserito in ambito vegetale.


Ppreparazione

Va raccolta la parte aerea della pianta, senza le radici, verso la fine di Giugno (periodo di S. Giovanni) e va raccolta al mattino in giorno di foglie (può andar bene anche un giorno di fiori) possibilmente con la Luna ascendente (vedi calendario biodinamico).
Va fatto essiccare senza esporlo ai raggi diretti del Sole (caldo, secco e ventilato sono le condizioni migliori). Sempre in fase di essiccazione non andrebbero superati i 28°C circa e non deve perdere il colore verde o verde chiaro. Una volta essiccato si conserva a lungo. Lo si può acquistare anche in erboristeria già essiccato.

Anche i formulati in polvere fine risultano molto validi poiché questa consistenza permette una miscelazione ottimale con l’acqua, una completa estrazione ed una stesura omogenea.

Dosaggi indicativi: in 10 litri d’acqua si fanno bollire a fiamma bassa per circa un’ora 300-400 grammi di Equiseto secco, all’interno di un contenitore coperto. Si può utilizzare anche la pianta fresca nella quantità di 1,5 Kg sempre in 10 litri d’acqua.
Il decotto va quindi diluito 1:10 con acqua normale e spruzzato su piante e terreno nella quantità di 100 litri per ettaro. Normalmente il decotto viene spruzzato solo sul terreno ai piedi delle piante, senza bagnare la parte aerea, ad inizio primavera (oppure sul finire dell’inverno) e all’inizio dell’autunno come preventivo, anche in più occasioni. Lo si potrà utilizzare anche sulla parte aerea della vegetazione sempre come preventivo.

Può essere utilizzato in anticipo, o comunque in prossimità, rispetto ai momenti critici dovuti ad una presenza di umidità eccessiva o pioggia soprattutto nei periodi di Luna piena o con Luna in perigeo, specialmente se questa viene a trovarsi all’interno di una costellazione di acqua.

Non è consigliabile un uso frequente su piante debilitate poiché potrebbe provocare un deperimento nello sviluppo vegetativo.

È indicato anche come ingrediente nel trattamento dei semi, come bagno semente, e come componente per il bagno radice prima della messa a dimora delle piante. Lo si usa nella pasta per tronchi e nell’inzaffardatura delle radici.

Viene utilizzato anche per trattamenti in miscela con altri ingredienti come caolino, zeolitite, estratti vegetali, pròpoli, microrganismi naturali (tipo EMa).

Il decotto di Equiseto, una volta realizzato, può essere fatto fermentare per 24-48 ore (circa) poiché questo processo permette di liberare i composti silicei e sulfurei presenti, incrementandone l’efficacia e la funzionalità (macerazione a freddo). Ciò permetterà di esaltare le qualità del decotto e consentirà una migliore estrazione dei costituenti.


2 comments on “Il decotto di equiseto

  1. Soheyla on

    Grazie per gli informazioni utili.
    Avrei una domanda, per fare le tisane , utilizzando la pianta fresca si uso sia frusta che le foglie?

    Rispondi
    • ANB VVV on

      Buon giorno

      Nel caso dell’Equiseto si usa tutta la parte aerea. Dunque si usano fusto e foglie (insieme).

      Saluti
      La segreteria Biolca

      Rispondi

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